Come vanno le cose

Sono anni che non si riesce – che non riesco – più a gestire liberamente il tempo: una volta avevo delle intere ore, per pensare, e poi eventualmente per scrivere qualcuno di quei pensieri, se -dopo averli soppesati- mi parevano sensati. Ora chi ha più il tempo di pensare, di pesare ed, eventualmente, di scrivere? Per non parlare di scrivere con una forma decente, cioè di scrivere, rileggere e riscrivere… processo potenzialmente infinito.

Non elencherò le cose che hanno presto il posto di quanto sopra: in ogni caso, si tratta di attività nuove e necessarie (alcune veramente, altre in modo indotto). Tutte basilari. Alcune di queste hanno reso la mia esistenza molto più pratica di quanto non lo fosse prima, mi hanno fatto abbronzare e dolere i muscoli, e condividere esperienze con persone. Non tutto ciò con cui ho sostituito le mie attività contemplative è da disprezzare, quindi.

E’ certo, però, che la mia natura non è solo attiva (così come forse non è solo contemplativa, sebbene -io credo- lo sia prevalentemente). Preferisco sapere, che vedere o fare. Ritengo che vedere/fare senza sapere sia del tutto inutile, ma non per forza il contrario.

Coniugare i due aspetti della vita appare il meglio, ma poiché occorre lavorare (nel senso misero di: guadagnarsi lo stipendio) ciò non è realizzabile nel breve termine. Il lavoro emerge quindi come un’attività del tutto estranea alla vita personale e del tutto marginale dal punto di vista umano, finalizzata unicamente al procacciamento dei mezzi materiali per poter porre in essere -nell’esiguità del tempo che rimane-le altre attività degne di essere menzionate come parte della vita.

Resta per me tutta da studiare la possibilità di escogitare dei mezzi alternativi al lavoro (come fonte di reddito) per poter eseguire le attività della vita, e tutta da verificare la sua messa in pratica. L’ipotesi mi turba, a dire il vero, e la guardo con diffidenza.

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El búho deja su meditación, limpia sus gafas y suspira. Una luciérnaga rueda monte abajo, y una estrella, se corre. El búho bate sus alas y sigue meditando. Federico Garcia Lorca
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